Come nel precedente album, in Stuck in the Present, i Face the Day si approcciano ad un alternative molto melodico e d’atmosfera, anche se più di una volta la musica tende verso pezzi più movimentati che non stonano per niente, e rendono il lavoro più variegato. Infatti il pezzo più interessante è The Remainer, dove il duo lascia da parte i suoni più soft, ricordando i Muse di qualche anno fa.
Molte scelte danno all’album una marcia in più, e solo una mi ha fatto storcere il naso: la presenza del sax dell’ospite Martin Plachy nel brano Settle Down. Sinceramente lo trovo un di più che non serviva, qualcosa che invece di valorizzare la canzone, ne rovina il finale, facendo scomparire il pathos raggiunto. Il che è un peccato, perché la conclusione strumentale era più che azzeccata.
Come per il loro primo album, i Face the Day dimostrano ottime capacità. Continuano con il loro suono aggraziato e melodioso e che io consiglio a tutti di recuperare. Nonostante in Italia siano ancora poco conosciuti, il duo merita assolutamente.
Voto: 93/100
Monica
Tracklist:
- Stuck In Verona - 00:49
- The Remainer - 03:46
- Sympathy to Sin - 03:50
- With Faith on My Side - 04:56
- Elevator to the Sky - 03:44
- Settle Down - 06:35
- In the Dying Sun - 05:04
- Stuck in the Present - 08:58
Lineup:
- Martin Schuster – voce, chitarra, basso
- Filip Kittnar – batteria
Genere: alternative/progressive rock
Sottogenere: melodic alternative rock
Per scoprire il gruppo: la fanpage Facebook dei Face the Day
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